
L’opera tenta di esemplificare gli elementi caratterizzanti del periodo della reclusione forzata per la pandemia. Come afferma l’artista, durante la quarantena le persone hanno riscoperto il piacere di fare pane e dolci con le loro mani. Nella fattispecie l’artista punta a sottolineare come l’assalto ai beni di prima necessità (farina, lievito etc. che troviamo rappresentati all’interno dell’opera), si è tramutato in una vera e propria riscoperta dei valori ancestrali: dalle materie prime al lavoro a mano.

Angelica Romeo è nata a Roma nel 1970, dove vive e lavora. Nel 1991 si diploma presso la scuola di restauro Colalucci e a seguito inizia la sua carriera artistica. Incline a un irruento dinamismo che fa della materia e del colore gli elementi funzionali alla resa incondizionata di una personale espressività, le sue opere appaiono fortemente gestuali.
Debutta nel 2009 presso la Galleria Romberg con la mostra Azioni, Contrazioni, Rivelazioni, a cura di Gianluca Marziani. Partecipa a diverse collettive tra cui: Smart Made in Italy patrocinata dall’Ambasciata d'Italia nel Principato di Monaco eArte senza frontiere presso Palazzo Colonna di Roma.
La sua cifra stilistica è nell'esito formale di un rabdomantico polimaterico di marca astratta, con l'eco di un'ispirazione naturalistica. Il suo intento è quello di raggiungere con il segno un risultato formale, il cui stile presenta un apparente casualità del gesto e la sua presenza fisica che agisce nel tempo sulla tela hanno una funzione creatrice e caratterizzante.
Nel 2011 si tiene la sua seconda personale dal titolo De Aqua e nel 2014 presenta il progetto Vinyle. Nel 2015 espone alla mostra Arte in circolo, a cura di Gianluca Marziani e Giulia Abate e nel 2017 partecipa alla mostra Presenze, Assenze alla Galleria d’arte Eitch Borromini di Roma. A maggio 2018 Angelica Romeo partecipa insieme a Brigita Huemer alla doppia personale EMOTIVA, presso la Mucciaccia Contemporary di Roma con la curatela di Cesare Biasini Selvaggi.
